C'è stato un tempo in cui non sapeva ancora parlare, ed allora a quel tempo scriveva lunghe lettere d'amore... Ha scritto lettere struggenti a uomini addormentati, pensieri senza forma su fogli sparsi chi sa dove, in un tempo che ormai pare un altra vita ha scritto con una matita su di un foglio usato, un delirio d'amore e di tristezza ad un adolescente, senza sconvolgergli la vita. Ha scritto anche un romanzo, su di una ragazza insicura che scriveva lettere per non dover parlare. E anche quello lo ha perduto in un cassetto.
Il tempo però forse indurisce il cuore, ma aiuta la lingua... così un giorno magicamente ha imparato a parlare. Ma le parole dette non assomigliano mai a quelle scritte, le parole dette sono filtrate dal viso del destinatario, sono pensate per non arrossire, per non scalfire mai l'armatura. Poi la vita diventa una spirale di corse frenetiche in cui non c'è mai il tempo di pensare, così anche le parole si riducono, assorbite da parole più serie, parole di dovere. E non c'è più tempo per l'analisi, figurarsi per le lettere d'amore... Però le parole senza il pensiero, senza analisi, nè riflessione diventano parole sterili, così le sente le sue parole: rumore tra altri rumori che non filettono più nulla.
A volte vorrebbe tornare a scrivere lettere, lettere d'amore ma non soltanto, vorrebbe imparare a scrivere altre lettere, lettere d'amicizia ad esempio. Anzi vorrebbe proprio imparare l'amicizia, si un'amicizia fatta di lettere, di parole pensate, di parole pesanti, profonde, che vengano da uno strato più profondo della pelle da cui vengono le parole parlate... Ma l'amicizia, come l'amore, è qualcosa che si impara da bambini, le lettere d'amore non si scrivono a quarant'anni ma a sedici, il tempo dei grandi sentimenti, dei grandi turbamenti, finisce prima di potersene rendere conto.
E allora agli adulti non rimangono che le parole parlate, e adesso che se ne rende conto dovrà trovare delle zavorre per quelle parole per farle andare un pò più in profondità, ma dovrà farlo in fretta, Alice, prima che la vita la distragga con la prossima futile urgenza.
Il tempo però forse indurisce il cuore, ma aiuta la lingua... così un giorno magicamente ha imparato a parlare. Ma le parole dette non assomigliano mai a quelle scritte, le parole dette sono filtrate dal viso del destinatario, sono pensate per non arrossire, per non scalfire mai l'armatura. Poi la vita diventa una spirale di corse frenetiche in cui non c'è mai il tempo di pensare, così anche le parole si riducono, assorbite da parole più serie, parole di dovere. E non c'è più tempo per l'analisi, figurarsi per le lettere d'amore... Però le parole senza il pensiero, senza analisi, nè riflessione diventano parole sterili, così le sente le sue parole: rumore tra altri rumori che non filettono più nulla.
A volte vorrebbe tornare a scrivere lettere, lettere d'amore ma non soltanto, vorrebbe imparare a scrivere altre lettere, lettere d'amicizia ad esempio. Anzi vorrebbe proprio imparare l'amicizia, si un'amicizia fatta di lettere, di parole pensate, di parole pesanti, profonde, che vengano da uno strato più profondo della pelle da cui vengono le parole parlate... Ma l'amicizia, come l'amore, è qualcosa che si impara da bambini, le lettere d'amore non si scrivono a quarant'anni ma a sedici, il tempo dei grandi sentimenti, dei grandi turbamenti, finisce prima di potersene rendere conto.
E allora agli adulti non rimangono che le parole parlate, e adesso che se ne rende conto dovrà trovare delle zavorre per quelle parole per farle andare un pò più in profondità, ma dovrà farlo in fretta, Alice, prima che la vita la distragga con la prossima futile urgenza.



