Ci sono equilibri fatti di gesti, e quelli sono equilibri stabili. Poi ci sono equilibri fatti di silenzi, di parole ricacciate in gola, di parole soppesate, di parole sfuggite. Quelli sono gli equilibri precari, quelli che ricostruisci ogni giorno ma che ogni giorno ti sfuggono di nuovo, come costruire montagne con la sabbia, che al primo soffio di vento più forte volano via... Sono equilibri che reimpari giorno per giorno, mentre impari di nuovo a misurare le distanze: troppo grandi sono assenze, troppo piccole non sono già più equilibrio... Sono equilibri fatti di sguardi che si incontrano e poi si ritraggono per non chiedere troppo, per non fare male, per non essere indiscreti...Sono equilibri fatti di andare, di tornare, di pensare e di non pensare a tutti i costi... Equilibri che sono imparare di nuovo ad essere se stessi in modo diverso, equilibri che paghi ogni giorno ad un prezzo salato di fatica e malinconia... Equilibri che un giorno sembra spunti un raggio di sole e il giorno dopo no...Equilibri in cui impari di nuovo chi sei, confrontandolo con chi eri e con chi avresti potuto essere...Insomma nient'altro che vita...
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