8 marzo 2008

Mario il mago- storie (in) metropolitane

Il mio nome è Chandra,ma per voi sarò Mario, Mario il mago, tutti i giorni su questa benedetta metropolitana a ripetere sempre gli stessi tre numeri...salgo su, mi inchino vi saluto, mi presento e comincia lo show: prima le tre palline rosse che muovo con l'abilità che va diminuendo di anno in anno e così per dissimulare cerco di divertirvi, mi rendo ridicolo, mi batto la pallina sulla testa e faccio le facce...ma quasi nessuno di voi mi guarda davvero...solo sguardi sfuggenti, qualcuno ride ma di me, non dei miei trucchi e allora continuo tiro fuori la corda ormai ingrigita che con un tocco diventa un bastone e poi il portasigarette in latta con il doppio fondo...
Sono vecchi trucchi lo so, nei vostri televisori sfavillanti ogni giorno vedete trucchi molto più nuovi e sorprendenti... io non vi stupisco più...guardate me ed il mio maglione a righe con aria di sufficenza...ma io vado avanti e non mi faccio scoraggiare: il numero lo conosco come le mie tasche: lo ripeto ogni giorno, decine e decine di volte su ogni vagone di questi treni sotteranei sui quali voi andate sempr così tanto di fretta...e arrivo al mio pezzo forte: tiro fuori questo bell'album dalla copertina rossa di pelle, c'è una stella verde al centro e lo faccio scorrere così da mostrarvi tutte le immagini che contiene: sono antiche ma molto colorate così finalmente catturo un pò d'attenzione.
Quel ragazzo vestito di nero che poco fa rideva di me ora mi guarda, non dico incantato, ma almeno sorride e poi c'è lei quella ragazza dallo sguardo triste, gli occhiali sul naso e cuffiette bianche alle orecchie, finge di ignorarmi da quando ho iniziato ma io lo vedo che mi guarda...adesso ha addirittura levato una cuffietta per sentire cosa dico: io parlo in inglese, la gente si diverte di più l'ho imparato col tempo, solo qualche battuta ad effetto che accompagni i momenti salienti...
Lei si è tolta la cuffietta e quindi la scelgo, ormai non dissimula più lo sguardo: soffio sul mio album e le chiedo di fare altrettanto, lo fa con un sorriso esagerato segno evidente che è in imbarazzo, faccio scorrere le mani sulle pagine e mostro a tutti le pagine dell'aum che ora sono bianche... il mio numero è finito...inchini a prfusione, un'ultima battuta e si passa al momento più importante: tiro fuori il bicchiere e comincio il giro dei presenti...vivere a cappello non è una bella vita...sono le 8 di sera il vagone e quasi vuoto e quando si tratta di aprire il portafogli gli sguardi tornano a spostarsi altrove...solo la ragazza dallo sguardo triste fa il gesto di aprire la borsa, fruga un pò ma tira fuori solo pochi spicci...davvero troppo pochi e poi anche il ragazzo vestito di nero che rideva di me si fruga nelle tasche e tira fuori qualche moneta in più... non è molto e questo vuol dire che il mio lavoro non è finito..altro vagone e si ricomincia...chissà se stasera tornando a casa qualcuno si ricorderà di me...

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